Il Property Finder in Italia: una buona idea nel mercato sbagliato
Cercare casa è un lavoro: non una passeggiata, non un paio di visite nel weekend e non un’attività da incastrare tra una pausa pranzo e una serata su un portale immobiliare. Eppure, in Italia, spesso siamo convinti del contrario.
- Chi è il
Property Finder (buyer’s agent) - Perché all’estero funziona
- Perché in Italia fatica a decollare
Chi è il Property Finder (buyer’s agent)
Il Property Finder, chiamato all’estero anche buyer’s agent, è un professionista che lavora esclusivamente per l’acquirente. Non vende immobili propri, non promuove un portafoglio e non rappresenta il venditore.
Il suo compito è uno solo: cercare casa per conto del cliente, filtrando il mercato, evitando errori, trattando il prezzo e accompagnando l’acquisto fino alla conclusione.
In molti Paesi questo servizio viene regolato da un incarico scritto, con criteri chiari di budget, zona e tempi, e viene pagato come una vera e propria consulenza. In Italia, invece, questa figura esiste più sulla carta che nella pratica.
In Italia nessuno è abituato a pagare per cercare
Nel nostro mercato la ricerca viene ancora percepita come qualcosa che si può fare da soli: portali immobiliari, annunci, telefonate e visite. L’idea di pagare qualcuno per cercare casa sembra, a molti, superflua.
Il problema è che il vero costo della ricerca non è economico, ma emotivo e decisionale. Tempo perso, informazioni contraddittorie, aspettative fuori mercato e scelte prese di pancia sono elementi che raramente vengono messi sul piatto.
Finché la ricerca viene considerata un’attività gratuita, il lavoro del Property Finder resta difficile da sostenere e da comprendere, indipendentemente dalla sua utilità reale.
Il paradosso italiano
In realtà, il lavoro del Property Finder in Italia viene già svolto ogni giorno. Gli agenti cercano immobili per i clienti, filtrano annunci, contattano colleghi, accompagnano persone a vedere case che non compreranno e spiegano perché non sono quelle giuste.
Solo che questo lavoro non viene riconosciuto come servizio, non viene pagato come consulenza e viene svolto nella speranza di una conclusione futura.
Il risultato è un sistema in cui il tempo, le competenze e le energie spese nella ricerca restano invisibili, nonostante siano una parte fondamentale del processo di acquisto.
Un lavoro scomodo, poco gratificante
Cercare casa per mestiere significa spesso ridimensionare aspettative, dire che il budget non basta, spiegare che certe occasioni non esistono e rallentare decisioni prese di pancia.
È un lavoro che tutela, ma non lusinga. Non promette scorciatoie, non alimenta illusioni e non asseconda aspettative irrealistiche. Proprio per questo è difficile da sostenere economicamente.
In un mercato dove il valore della consulenza viene riconosciuto solo alla fine, chi svolge questo lavoro si trova spesso a dover scegliere tra tutela del cliente e sostenibilità del proprio ruolo.
Una buona idea, sulla carta
Nei mercati più maturi il Property Finder riceve un incarico scritto dall’acquirente,
lavora su criteri realistici di budget, zona e tempi, analizza decine di immobili prima
di proporne pochi, accede anche a immobili non ancora pubblicizzati e tratta prezzo e
condizioni in modo professionale.
Il cliente paga per la ricerca, per il tempo risparmiato
e per le decisioni evitate.
Considerazioni dell’autore
Dire che il Property Finder non funziona in Italia è una semplificazione. Osservando il mercato dall’interno, il problema non sembra essere la figura in sé, ma il contesto in cui dovrebbe operare.
Senza una reale cultura della consulenza pagata, senza dati condivisi e affidabili e senza una collaborazione strutturata tra professionisti, anche i modelli più virtuosi faticano a trovare spazio.
Per questo, oggi, il Property Finder resta una buona idea nel mercato sbagliato.
La figura del Property Finder ti incuriosisce?
Se stai cercando casa e ti stai chiedendo se affidarti a un professionista che lavori esclusivamente per l’acquirente possa avere senso nel tuo caso specifico, parlarne è il modo migliore per fare chiarezza. Nessun servizio da vendere e nessuna formula preconfezionata: solo un confronto onesto per capire cosa è realistico aspettarsi oggi dal mercato e quali alternative hai davvero.
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