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Blog Immobiliare · Approfondimenti

Proposta d’acquisto subordinata al mutuo:
quando credi di aver venduto, ma non è ancora così

Quando un venditore riceve una proposta d’acquisto, spesso tira un sospiro di sollievo. L’acquirente c’è, il prezzo è stato concordato, la trattativa sembra finalmente conclusa.

Poi, leggendo la proposta, compare quella frasetta che sembra quasi di rito: “L’acquisto è subordinato all’erogazione / delibera del mutuo.”

Una frase che molti considerano normale e poco rilevante. In realtà, è spesso proprio da qui che inizia la fase più delicata di tutta la compravendita: non è una vendita persa, ma non è nemmeno una vendita certa.

Una vendita che non è persa, ma nemmeno certa

Una proposta subordinata al mutuo non è una vendita mancata, ma non è nemmeno una vendita conclusa. È una promessa che può andare a buon fine… oppure no. E questo “oppure no” è ciò che molti venditori tendono a sottovalutare.


Il nodo centrale: l’illusione della vendita

Nella maggior parte dei casi, chi vende casa lo fa per riacquistare un altro immobile: esigenze familiari, cambio zona, trasferimenti di lavoro… oppure difficoltà economiche sopraggiunte. E proprio qui nasce l’illusione più pericolosa: comportarsi come se l’immobile fosse già venduto.

Si smette di ricevere visite, si sospende la pubblicità, si rifiutano nuovi contatti. È comprensibile. Ma l’accordo resta legato a un evento futuro e incerto: finché la banca non delibera, la vendita non è ancora tale.


Quando il mutuo non viene concesso

Nella maggior parte dei casi, quando un mutuo non viene erogato, le motivazioni riguardano l’acquirente: redditi insufficienti, rapporto rata/reddito troppo elevato, contratti di lavoro non ritenuti idonei, oppure la richiesta di finanziare l’intero importo della compravendita.

Situazioni che spesso emergono solo dopo settimane, quando la proposta è già stata accettata e il tempo ha iniziato a scorrere.


Il vero rischio è il tempo

Il vero rischio, in questi casi, non è solo il mancato mutuo. È il tempo.

Tempo durante il quale l’immobile resta fermo. Tempo in cui il mercato va avanti. Tempo in cui altri potenziali acquirenti spariscono.

Se la vendita era legata a difficoltà economiche (rate, debiti, urgenze), il danno può diventare serio. Quando la condizione sospensiva non si avvera, il contratto si considera come mai concluso e la caparra eventualmente incassata va restituita. A quel punto il venditore si ritrova a ricominciare da capo, con una casa che sul mercato appare già “vista e rivista”.

E se nel frattempo — convinto di aver concluso — si fosse impegnato per un nuovo acquisto? Meglio non pensarci.


Si può accettare, ma con metodo

Una proposta subordinata al mutuo non è, di per sé, una proposta sbagliata. Può essere accettata e, in molti casi, va a buon fine. La differenza sta in ciò che viene fatto prima di accettarla: un’analisi preventiva seria, realistica, senza illusioni.

Un professionista preparato può valutare fin da subito la sostenibilità dell’operazione: tipologia di reddito, rapporto rata/reddito, importo richiesto rispetto al prezzo, margini reali. Non dà certezze assolute (la delibera spetta alla banca), ma riduce il rischio e soprattutto evita aspettative sbagliate.

Il tempo perso è nemico di tutti, anche dell’agente

Se la proposta non si perfeziona, l’agente non matura compensi: tempo, energie e spese restano a suo carico. È un danno anche per lui, e per questo il professionista serio non ha interesse a “far firmare tanto per firmare”: ha lo stesso obiettivo del venditore, arrivare davvero fino in fondo.

In conclusione: vendere con consapevolezza, non con illusioni

Accettare una proposta d’acquisto subordinata al mutuo non è un errore. L’errore, semmai, è farlo senza piena consapevolezza di ciò che comporta.

Una compravendita immobiliare non è fatta solo di firme e buone intenzioni, ma di tempi, condizioni ed equilibri delicati. Quando si crea l’illusione di aver venduto troppo presto, il rischio non è solo perdere un acquirente, ma perdere opportunità e serenità.

Il ruolo del professionista, in questi passaggi, non è “chiudere a tutti i costi”, ma aiutare il venditore a distinguere ciò che è possibile da ciò che è solo apparentemente probabile.

Una vendita fatta bene non è quella che sembra conclusa prima, ma quella che arriva davvero fino in fondo.

Nella mia attività quotidiana tendo a essere molto prudente con le proposte d’acquisto subordinate al mutuo. Non perché siano sbagliate in assoluto, ma perché nel tempo ho riscontrato che molti aspiranti acquirenti partono da una metodologia invertita.

Spesso il ragionamento è questo: “Vediamo una casa, se ci piace la fermiamo, poi andiamo in banca a chiedere il mutuo”.

In realtà, un percorso più saggio dovrebbe essere l’opposto. Prima si verifica se e quanto si può accedere al credito, poi si cerca un immobile coerente con quella reale possibilità.

Personalmente consiglio sempre, come primo passo, un confronto con la banca o – ancora meglio – con un consulente del credito. Una figura che sappia valutare da subito la fattibilità, i redditi, l’incidenza di eventuali finanziamenti in corso e orientare l’acquirente verso un prodotto sostenibile.

Solo dopo aver chiarito l’importo realmente finanziabile ha senso muoversi sul mercato. Visitare immobili fuori budget non serve a nessuno: genera illusioni, perdita di tempo e spesso trattative destinate a non arrivare in fondo.

Detto questo, una proposta subordinata al mutuo può anche essere presa in considerazione, ma non alla cieca. Nel mio lavoro, prima di presentarla al venditore, cerco sempre di fare una pre-analisi concreta della situazione patrimoniale e reddituale dell’aspirante acquirente.

Ancora meglio se il cliente decide di affidarsi a un consulente con cui possiamo confrontarci apertamente: questo ci consente di avere chiarezza su tempistiche e reali possibilità, evitando attese inutili.

È importante però chiarire un punto fondamentale: non è l’agente immobiliare a decidere se accettare o meno una proposta subordinata a un evento futuro incerto.

La decisione finale spetta sempre al venditore.

Il nostro compito, come professionisti, è un altro: rendere il venditore pienamente consapevole dei rischi, affinché possa scegliere con lucidità e non trovarsi, magari, a impegnarsi per un nuovo acquisto basandosi su una vendita che, in realtà, non è ancora certa.

Massimo Ingelman
Agente immobiliare

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